L’analisi ravvicinata del manufatto, effettuata nel laboratorio di Udine della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici del Friuli Venezia Giulia (ora Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia) ha evidenziato l’opportunità di procedere con una TAC. Raggiunti gli opportuni accordi, nel mese di luglio 2013, il Crocifisso è stato trasportato presso la Fondazione Centro per la Conservazione ed il Restauro dei Beni Culturali “La Venaria Reale”, all’epoca impegnata nel Progetto neu_ART, che ha effettuato l’imponente campagna di presa dati, protrattasi per circa 150 ore senza interruzioni, seguita da un fase ancora più lunga di elaborazione delle oltre 12.000 radiografie acquisite.
Complessivamente la TAC al Crocifisso ligneo di Donatello ha generato una mole di dati superiore al Terabyte. Per eseguire le riprese in maniera ottimale, il restauratore Angelo Pizzolongo ha progettato una struttura di sostegno in grado sia di sorreggere la scultura in verticale sia di permetterne il posizionamento anche in orizzontale, con le braccia poste in verticale.
La prima parte dell’opera a essere radiografata, e quindi ricostruita, è stata quella compresa tra la sommità del capo e le spalle. Le sezioni orizzontali di questa porzione del manufatto hanno subito messo in evidenza la possibilità di distinguere tra parte modellata e dipinta e parte lignea scolpita. La parte modellata, costituita da gesso, biacca e pigmenti, risulta infatti molto più radiopaca del sottostante legno (nelle sezioni questo si traduce in una colorazione tendente al grigio chiaro – bianco). Nel legno si evidenziano bene gli anelli di accrescimento. La TAC ha permesso di comprendere bene la tipologia degli incastri delle braccia, lo spessore e l’estrema omogeneità della parte in cui l’artista è intervenuto modellando con lo stuccoo sopra il legno intagliato e l’ottimo stato di conservazione del legno.
Dalla TAC è stato possibile comprendere meglio forma ed estensione della profonda spaccatura presente sulla schiena, e verificare che esistono soltanto altre due parti innestate con incastri: la mano destra e l’alluce del piede sinistro. Osservando la sezione del piede, l’alluce appare più chiaro rispetto al resto del piede, a indicare che probabilmente è stato utilizzato un legno differente.
Si veda il contributo di Marco Nervo – Nadia Pastrone – Alessandro Re, Il progetto neu_Art: radiografie digitali e tomografie assiali computerizzate su opere di grandi dimensioni. Il caso studio del Crocifisso di Donatello.